Recensione a "La voce del corpo" di Elisa Rasotto
Ho conosciuto la dott.ssa Elisa Rasotto circa un anno fa in occasione di un seminario di specializzazione in danzaterapia, a Genova. Quello che mi colpì fin da subito fu la determinazione e la chiarezza con cui, appena entrata nella sala e seduta in cerchio, ella condivise con noi il suo interesse verso il mondo dei disturbi alimentari. Tutte potemmo percepire all'istante il totale coinvolgimento e la profonda dedizione con cui,pur lavorando nel settore già da tempo, era alla ricerca di laboratori di approfondimento sul tema con l'obiettivo di presentarsi davanti alle sue clienti sempre più preparata, non solo come professionista ma anche come attenta e sensibile. Dal modo in cui parlava non esitai ad immaginare che ormai i laboratori, anche di formazione, avrebbe potuto - e dovuto, sono convinta - crearseli da sola, perchè forse solo una pratica costante avrebbe potuto ispirarle il coraggio e l'empatia necessari per affrontare in modo sempre più consapevole una problematica tanto delicata e scottante.
Da allora è trascorso più di un anno e, ironia della sorte, l'uscita della prima opera della dott.ssa Rasottonon mi ha colta poi molto di sorpresa. Centrato sulla descrizione delle dinamiche di relazione col proprio corpo e con l'altro, di cui il corpo rappresenta forse il primo rappresentante scomodo ed ingombrante, questo libro calibra armoniosamente un ventaglio di tecniche artistico-espressive con mosalità non invasive di ascolto corporeo ed emotivo.
Dopo un'accurata prima parte teorica dedicata alla descrizione dei princìpi del Counseling Centrato sulla Persona di matrice rogersiana, altrettanto preziosa è la sezione che descrive tecniche di relazione e di contatto proponibili a quelle persone che, per sensibilità e nostalgia di perfezione, sono impegnate a fare i conti col proprio essere nel mondo, ed in particolare col testimone più visibile di questo formidabile gioco, e sua pedina indiscussa: il corpo. Il corpo potrà essere infatti pesante, sottile, freddo, caldo, affamato, sazio, radicato o esitante, ma sarà sempre impastato di materia grossolana e lampante, perfettamente funzionale - qui sta il suo valore aggiunto - al viaggio verso la scoperta del Sé senza filtri o con rinnovate speranze, quelle di chi, forse ancora prima del corpo, deve imparare a nutrire di luce la sua anima.
Recensione a cura della Dott.ssa Barbara Bedini, counselor e danzamovimentoterapeuta.