Nella storia delle scoperte di resti umani fossili, appartenuti al più antico passato dell'uomo, furono i resti scheletrici di un bambino di circa 5-6 anni scoperti nella grotta di Engis in Belgio nel 1829, dal paleontologo belga Schmerling, ad essere i primi, di neandertaliani, a venire alla luce e non quelli del ben più famoso uomo casualmente rinvenuto nel 1856, quindi una trentina di anni più tardi, nella grotta di Feldhofer nella valle di Neander (Neandertal in lingua tedesca) in Germania. Ritorna la nota collana edita dal laboratorio di Antropologia dell'Università di Firenze. Una raccolta di contributi autorevoli consente un'analisi ravvicinata delle strategie di sussistenza, della produzione di manufatti, delle dinamiche comportamentali, del Dna e delle nuove teorie sull'estinzione dei Neandertaliani.
Brunetto Chiarelli
Brunetto Chiarelli dal 1962 al 1979 insegna Antropologia, Primatologia ed Ecologia Umana all’Università di Torino. Dal 1969 è professore ordinario diAntropologia all’Università di Torino e dal 1979 si transferisce a Firenze. Ha tenuto corsi di Antropologia nelle Università di Palermo, Catania e Messina, ed Etnologia nelle Università di Torino e Firenze. Dal 1970 al 1975 è Visiting Professor al Dipartimento di Antropologia dell’Università di Toronto (Canada) dove tiene un corso di Evoluzione Umana e partecipa al progetto di ricerca l’Int. Biol. Program-HumanAdaptability, occupandosi della popolazione eschimese di Igloolik.
Ha tenuto seminari e svolto attività di ricerca in vari paesi europei, in USA, ex Unione Sovietica, Giappone, Cina, Australia, Canada, Messico, Santo Domingo,Venezuela, Brasile, India, Kenia, Sudafrica. È autore di oltre 400 pubblicazioni scientifiche su problemi di genetica ed evoluzione dei Primati, biologia di popolazione umane (attuali e antiche) e di bioetica. Nel 1972 ha fondato e diretto fino al 1986, il Journal of Human Evolution.
Ha poi fondato e dirige Human Evolution, l’International Journal of Anthropology (organo ufficiale della EuropeanAnthropologicalAssociation) e, in collaborazione con R. Van Potter, Global Bioethics, che affronta problemi di impatto delle nuove biotechnologie sull’Uomo e sull’Ambiente. È socio e membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, come l’AmericanAssociation ofAdvances of Sciences, la New York Academy of Sciences, l’Accademia delle Scienze di Torino; è stato presidente della European Anthropological Association e dell’Unione Antropologica Italiana.
Attualmente è presidente dell’Associazione Antropologica Italiana, della European Association of Global Bioethics, dell’Intr. Institute for the Study of Man e vicepresidente dell’International Union ofAnthropological and Ethnological Scineces. Per il 2001 e il 2002 è stato incluso dalWho’sWho in theWorld fra le “500 Minds of Early 21st century”.