Il popolamento etrusco in Italia potrebbe avere origine anatolica? Questo nuovo volume di Systema Naturae, Dal bronzo al ferro propone nuove teorie sulla possibile origine anatolica degli Etruschi. È infatti noto che nella fase di transizione dall’età del Bronzo e l’età del Ferro, intorno a 1000 anni a.C., popolazioni diverse dell’Oriente si muovevano nel Mediterraneo alla ricerca di minerali che potessero sostituire con maggiore efficienza il Bronzo, per il quale fra l’altro esistevano difficoltà di reperimento dei due minerali di base: rame e stagno.
L’idea di quest’origine anatolica degli Etruschi covava da tempo nella mente degli antropologi fiorentini e pisani. Negli anni 1991-93, l’allora International Institute for the study of Man aveva promosso un interessante serie di workshops a Firenze e Cortona dal titolo The Etruscan: skeletal biology and their way of life con l’intervento di studiosi italiani e americani, un progetto coordinato dal prof. Brunetto Chiarelli. Fra i partecipanti: G.J. Armelagos, Dip. Antropologia della Florida University, R.S. Corruccini, Dip. di Antropologia della Sououthern Illinois University, L. Donati, dell’istituto di Archeologia dell’Università di Firenze, E. Feruglio e E. Pacciani, delle Soprintendenze Archeologiche di Perugia e Firenze ed altri studiosi italiani e stranieri.
Nei primi anni del 2000, quest’idea ha interessato la Turkish Historical Society di Ankara che, nel Giugno 2007, ha organizzato un interessante congresso internazionale nella città di Bodrum, l’antica Alicarnasso, avviando una cooperazione su queste tematiche con i ricercatori turchi.
Questo volume analizza i processi storici, i collegamenti geografici e il popolamento umano nell'età del ferro, le ipotesi di Erodoto e Dionisio di Alicarnasso sulle origini degli Etruschi, la religione, la lingua e la cultura scritta di questo popolo, le specie vegetali coltivate in Etruria, le tecniche di fusione del ferro e la posizione delle donne nella società, senza scordare il dibattito sullo stato attuale delle ricerche antropologiche e bio-antropologiche.
Brunetto Chiarelli
Brunetto Chiarelli dal 1962 al 1979 insegna Antropologia, Primatologia ed Ecologia Umana all’Università di Torino. Dal 1969 è professore ordinario diAntropologia all’Università di Torino e dal 1979 si transferisce a Firenze. Ha tenuto corsi di Antropologia nelle Università di Palermo, Catania e Messina, ed Etnologia nelle Università di Torino e Firenze. Dal 1970 al 1975 è Visiting Professor al Dipartimento di Antropologia dell’Università di Toronto (Canada) dove tiene un corso di Evoluzione Umana e partecipa al progetto di ricerca l’Int. Biol. Program-HumanAdaptability, occupandosi della popolazione eschimese di Igloolik.
Ha tenuto seminari e svolto attività di ricerca in vari paesi europei, in USA, ex Unione Sovietica, Giappone, Cina, Australia, Canada, Messico, Santo Domingo,Venezuela, Brasile, India, Kenia, Sudafrica. È autore di oltre 400 pubblicazioni scientifiche su problemi di genetica ed evoluzione dei Primati, biologia di popolazione umane (attuali e antiche) e di bioetica. Nel 1972 ha fondato e diretto fino al 1986, il Journal of Human Evolution.
Ha poi fondato e dirige Human Evolution, l’International Journal of Anthropology (organo ufficiale della EuropeanAnthropologicalAssociation) e, in collaborazione con R. Van Potter, Global Bioethics, che affronta problemi di impatto delle nuove biotechnologie sull’Uomo e sull’Ambiente. È socio e membro di numerose società scientifiche italiane e straniere, come l’AmericanAssociation ofAdvances of Sciences, la New York Academy of Sciences, l’Accademia delle Scienze di Torino; è stato presidente della European Anthropological Association e dell’Unione Antropologica Italiana.
Attualmente è presidente dell’Associazione Antropologica Italiana, della European Association of Global Bioethics, dell’Intr. Institute for the Study of Man e vicepresidente dell’International Union ofAnthropological and Ethnological Scineces. Per il 2001 e il 2002 è stato incluso dalWho’sWho in theWorld fra le “500 Minds of Early 21st century”.